STEVE E ALE, 147INK

“Qui niente selfie e social, solo tatuaggi.”

Tornati dalle vacanze siamo pronti a portarvi al civico 147 di viale Monza (Mi), dove si trova un piccolo studio che fa proprio al caso nostro, uno di quelli che ci piacciono tanto. Ovviamente è il 147 Ink, non vi potete sbagliare.

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Alessandro

Ad accoglierci troviamo Stefano Del Carro e Alessandro Cantagallo, che collaborano ormai da due anni in un clima molto amichevole, ma non fatevi trarre in inganno: questi ragazzi hanno le palle.

Il percorso che li ha portati fin qui è un po’ atipico rispetto a quello che siete abituati a leggere nelle nostre interviste. Entrambi non vantano apprendistati in studi blasonati e sono cresciuti professionalmente in un ambiente più underground.

Andiamo con ordine: Stefano, nonostante abbia fatto per gran parte della sua vita l’operaio metalmeccanico, dopo i trent’anni si è appassionato a questo mondo. All’età di 38 anni ha avuto l’occasione di svoltare: ha iniziato con un apprendistato e ha poi aperto in collaborazione con amici il 147 Ink, che ha rilevato dopo un paio di anni.

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Steve

 

Ora insieme a lui lavora Alessandro che tatua in modo professionale da due anni, ma che ha alle spalle un lungo percorso di crescita. La sua gavetta è durata una decina d’anni ed è orgoglioso di definirsi un autodidatta:

“Uno zio mi procurò la mia prima macchinetta circa 10 anni fa. Tatuavo me stesso e gli amici e nel frattempo facevo altri lavori. La scelta di diventare tatuatore è stata ponderata, e anche se è da poco che lavoro a livello professionale,la mia passione per il tatuaggio è iniziata quando ero ancora un ragazzino. Purtroppo però ho iniziato a lavorare in studio nel periodo peggiore: la moda ha snaturato un po’ questo mondo.”

 

Si perché Stefano e Alessandro hanno una visione “vecchia scuola” di questa professione e, come sapete voi che ci seguite, anche noi di Traditional tattoo It la pensiamo allo stesso modo.

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Alessandro

“Quello che mi piace di questo stile sono la potenza e l’efficacia. Il tatuaggio Tradizionale occidentale fa parte della nostra cultura e, rispetto ad altri stili, è quello che più mi rappresenta. Facciamo parte di qualcosa che è nato molto prima di noi e continuerà anche dopo.” Ci dice Alessandro.

Stefano aggiunge: “Mi piace l’idea di perpetrare una tradizione e di agire secondo un’etica precisa.”

Infatti abbiamo notato subito che entrambi hanno un aspetto piuttosto pulito: mani, collo e faccia sono privi di tatuaggi. Quando gli domandiamo cosa ne pensano della moda di tatuarsi prima questi punti rispetto ad altri, storcono il naso.

“é una questione di buon senso, dice Stefano. Pensiamo che ci siano degli step da seguire e anche che la prudenza da parte del tatuatore sia importante. Quando tatuo ho una responsabilità nei confronti del cliente e della professione.

Continua Alessandro: “sono tatuaggi che ti devi guadagnare, e per un tatuatore sono traguardi che raggiungi col tempo. Il problema è che in Italia manca questa cultura: tatuarsi è spesso una moda priva di essenza. Per esempio in America o in Inghilterra, quando un cliente entra in studio, è molto facile che scelga al momento un flash tra le tavole che trova alle pareti, perché è consapevole di quello che vuole. C’è più fiducia nel tatuatore e più preparazione culturale. Qui al contrario è difficile educare la gente, perché spesso se non fai quello che si aspettano escono dallo studio e trovano qualcun altro con meno scrupoli.”

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Steve

“In parte è anche colpa nostra, ribatte Stefano, quando un cliente entra in studio è nostra responsabilità indirizzarlo. Io cerco sempre di mostrargli tavole e riferimenti che possono aiutarlo a scegliere un tatuaggio più consapevole. Qualche volta qualcuno capisce e cede. Fondamentale poi è la crescita da parte nostra, mi rendo conto che da quando studio la storia e i grandi classici, ho fatto un netto salto qualitativo, ho acquisito consapevolezza riguardo i soggetti e più sicurezza nell’interpretarli.”

Come sempre ci ricordano che la ricerca e il confronto con altre realtà sono il miglior modo di evolversi e allo stesso tempo mantenere la tradizione.

 

A questo proposito Stefano ci confessa:

“Lavorare con Alessandro mi ha migliorato perché l’interazione tra di noi mi stimola costantemente. Anche l’autocritica aiuta moltissimo: personalmente sono sempre contento del mio lavoro perché mi piace, ma non sono mai del tutto soddisfatto. Passo molto tempo a rivedere i miei lavori per capire dove posso migliorare. Io faccio tatuaggi, non mi sento affatto un artista ma piuttosto un artigiano, e faccio fatica ad apprezzare un tatuatore che antepone l’autocelebrazione ad argomenti concreti. ”

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Alessandro

Anche Alessandro si trova d’accordo: “io penso ai tatuaggi tutto il giorno, è uno status mentale dal quale non riesco a staccarmi. Se per qualche giorno non faccio una tavola ne sento subito la mancanza. Faccio tanta ricerca e mi piace sperimentare. Penso che il massimo per un tatuatore sia riuscire ad essere riconoscibile: arrivare al punto in cui qualcuno guardando un tatuaggio per strada riesca a capire che è tuo.”

A proposito di tavole: lo studio ne è pieno. Il logo è decisamente visibile già se siete dall’altro lato della strada e, se avete studiato un po’, non potete fare a meno di riconoscere i maestri di questo genere, i cui lavori stanno ordinatamente incorniciati sulle pareti rosse.

Aprire nel posto giusto può fare la differenza, riuscire a inserirsi in un contesto territoriale diventando il riferimento di zona non è semplice. Questi ragazzi ce la stanno mettendo tutta per far sì che questo succeda cercando di soddisfare le richieste dei clienti, e allo stesso tempo provando ad ampliare la conoscenza popolare di questo genere spesso sottovalutato.

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Steve

Durante la nostra visita abbiamo trovato un ambiente rilassato e accogliente, parlare di tatuaggi con Stefano e Alessandro è stato veramente piacevole ed è uno studio che ci sentiamo di consigliarvi. Sia che ne sappiate già o che siate alle prime armi riguardo al tatuaggio tradizionale, qui al 147ink potete trovare qualcuno con cui parlarne.

Da parte nostra qui da viale Monza è tutto per oggi, ma noi non ci fermiamo certo qui, continuate a seguirci per scoprire la nostra prossima tappa e fateci sapere cosa ne pensate di questo studio a due passi da Loreto!

 

Un saluto da tutto lo staff di Traditional Tattoo It

 

INFO

147ink:  Viale Monza 147, Milano

Tel:  02 8723 6169

pagina fb studio

Alessandro Cantagallo instagram

Stefano del Carro instagram

 

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OFFICINA TATTOO STUDIO



Rieccoci!
Dopo qualche tempo Traditional Tattoo It è finalmente tornata on the road.

Dimitri DalenoLa fermata di oggi ci porta in centro a Milano, in Piazzale Lima, dove lavorano i ragazzi dell’Officina Tattoo Studio.

Studio diverso da quelli a cui siamo abituati, perchè qui i ragazzi riescono a coprire tutti gli stili, così da soddifare le richieste della clientela.

Ecco quindi che oltre al nostro caro traditional troviamo il giapponese, il realismo, l’ornamentale, il lettering, il neotraditional, il pittorico, tribale e dotwork, new school,ripartiti tra i 12 artisti resident dello studio!

Katia PolastriSi, 12 artisti resident piu guest resident e guest occasionali, in un atmosfera di scambio e confronto di quelle che si potrebbero respirare ad una convention, ma il tutto racchiuso in uno studio.

In realtà in due, perchè l’Officina Tattoo Studio ha 2 sedi, la storica in Via Broggi e la nuova sede in piazza Lima.

 Dimitri hanno iniziato con un piccolo spazio, 2 postazioni e un sacco di passaparola. Essendo entrambi arrivati da altre realtà già affermate una buona base di clientela era già presente, grazie al discorso di fiducia che si instaura tra tatuatore e cliente.

Il percorso di Katia, che è al lavoro mentre la stiamo intervistando, è quello classico:

Ho iniziato ad approcciarmi al mondo del tatuaggio versoi 21 anni, e ho fatto l’assistente in studio da quell’età fino ai 28, poi mi sono detta, perchè non parto anch’io a tatuare!
Passare dall’assistente all’apprendista è stato un passo facile: oltre a occuparmi di tutta la gestione del negozio e della clientela ho iniziato anche a preparare il banchetto, sterilizzare l’attrezzatura e preparare gli aghi, (in quel periodo ancora gli aghi andavano saldati ad uno ad uno).
Fortunatamente essendo da anni in quello studio non ho avuto carenza di cavie per provare i primi tatuaggi e non mi sono mai autotatuata, ho imparato sin da subito a lavorare con diverse pelli”

Dopo questa esperienza insieme a Dimitri ho aperto l’Officina nel 2005, e da li a poco lo staff si è ingrandito a mano a mano, fino al 2013 quando abbiamo deciso di aprire questa nuova sede e siamo arrivati al numero attuale di artisti resident.

qweDicevamo prima che si respira un aria quasi da convention, e infatti la domanda su come lei si trovi in queste manifestazioni viene naturale:

Personalmente le trovo delle esperienze bellissime ed altamente stimolanti, ma sono faticosissime. Ti capita di stare a tuatuare per tutto il giorno, non vai mai a dormire prima delle 2-3 di mattina ed il giorno dopo devi affrontare di nuovo una giornata pienissima.
D’altra parte però ti ritrovi fianco a fianco con artisti che provengono da diverse parti del mondo, con cui ti puoi confrontare, da cui ti puoi far tatuare, o semplicemente il tuo vicino di stand è un tatuatore che non conoscevi e che scopri solo li in convention. C’è anche tutto il discorso attrezzatura, scopri le novità e cosa usano gli altri, ti completi ogni volta.

11667298_924309980948384_1594994838503802072_nStesso discorso vale per le collaborazioni, per i guest resident e per gli stessi resident dello studio: la possibilità di confrontarsi ogni giorno e di avere esperti nel proprio settore crea stimolo e confronto, in quanto la padronanza dello stile e del soggetto è imprescindibile per un tatuaggio fatto bene.

Katia infatti ci dice:
“io sono specializzata in un determinato stile, e l’ho acquisito nel corso degli anni. Nonostante penso che un tatuatore debba essere in grado di affrontare stili differenti in modo professionale, è inevitabile che col tempo se ne prediliga uno rispetto ad un altro, ma per esempio nel mio caso se uno mi chiede un polinesiano non lo affronto come tatuaggio, lo rimando ad un mio collega più ferrato nello studio di quel particolare stile.”

Per essere sempre al passo bisogna studiare sempre, provare nuovi metodi, nuovi materiali, nuove sfide e mai fermarsi, sedersi è la cosa che uccide qualsiasi tatuatore.

11828777_933275770051805_6934611593430459873_nNon capisco infatti il divismo, come in ogni campo ci sono le cosidette veline”, continua Katia “ma la competenza teorica rende l’artista completo, se vai bene solo in uno stile e non sei capace di affrontarne altri entro poco tempo non lavori più.

Per finire il consiglio per chi vuole affacciarsi a questo lavoro è sempre lo stesso: avere voglia, umiltà e accettare il percorso da apprendista, stare sotto un tatuatore e scoprire lungo il percorso questa arte.

Offiina Tattoo Studio è affiliata alla Milano Tattoo School, che rilascia l”attestato legale di operatore di tatuaggi e piercing, ma di questo ne parleremo in un articolo apposito, e nonostante questo il discorso del paragrafo sopra è ancora più valido: avere un attestato non fa di nessuno un tatuatore, il duro lavoro e la passione fanno andare avanti chi ha voglia di intraprendere questa strada seriamente.

Anche questa volta siamo giunti al termine della nostra chiaccherata, ringraziamo tutti gli artisti dell’officina tattoo studio e ci risentiamo sempre qui con le nostre prossime interviste e i nostri articoli!

Alla prossima!

Lo staff di Traditional Tattoo It

Officina Tattoo Studio
Piazza Lima 3, Milano
Tel: 0287388217 – 3474842620
Sito:  http://www.officinatattoo.com/

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